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Utente eliminato
Pubblicata il 01/10/2004
La morte?
Ultimo approdo?
Ultima illusione?
L’ altra faccia dell’animo umano
Dai lineamenti marcati dalla malinconie
e dalle delusioni
il regno oscuro della vita
ove alberga il silenzio
e il dolore.
Mai sarà promessa
La vita è una promessa.
La luce che ammaina il buio
stamani mi ha abbagliato
seduta su una carrozzella
profumava di gioia
Aveva negli occhi
il sorriso che uccide ogni silenzio.
Una vita a metà?
Forse… ma vera più di ogni falsa promessa
Più di ogni anelato esodo
Verso una meta che non c’è
Da una vita che ci ha amato e ci ama.
Mezza ora sola di una vita
a metà per sfuggire la morte
Che abbiamo nel cuore.
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I tuoi concetti paradigmatici, quelli cioe' che intercorrono tra unita' linguistiche di puro approdo,a volte producono una alterazione dell'umore.
Il rapporto tra la morte ed il morire, e' come una equazione di primo grado, la cui x e' = tempo.Ed il tempo misura il peso vero un rapporto.
E' quindi per me e'angoscioso,assurdo e paradossale, come appunto il concetto kafkiano,accettare un senso di colpa che credo mi appartenga in minima parte.
Devo invece appropriarmi ogni giorno di piu' di me stesso, aumentare le sostanze che produce il mio cervello, unico sistema fondamentale per far diminuire la sensibilita' al dolore.
Questo mi rimane da fare!
Il sole, il buio, l'alba, il tramonto, sono per me, sinonimi della noia:
La ripetizione continua e dolorosa di cose sempre fatte, mi fa quasi divenire pedissequo di me stesso,
come se seguissi passivamente qualcuno o qualcosa,
senza piu' nessun apporto di originalita'.
Questa e' la nuova stazione dove si e' fermato il mio treno, una piccola stazione di un paesino di provincia, dove i suoi abitanti sono meno dei miei pensieri!
Qui vivo, in compagnia solo della mia vita, qui rifletto e so' che non c'e' compresenza di impulsi o sentimenti antitetici verso le solite cose sempre fatte e che purtroppo non ti producono piu' sensazioni enfatiche o quantomeno sono solo l'orologio di un tempo che sembra non passi mai.
Continuero' a scrivere, di notte, come mia abitudine, continuero' a leggermi dentro, a leggermi fuori, a ripercorrere tutta la strada della mia vita, con tutte le sue soste , i semafori rossi mai osservati o quelli verdi di fronte ai quali invece di andare, mi fermavo:
quindi tutta la mia incapacita' di non essere a volte stato capace di impormi, su quanto ritenevo che fosse giusto in quel momento, ed applaudire alla speranza di una procrastinazione, che in quella circostanza, mi sembrava l'unica soluzione;
Ed i ricordi hanno una voce, si', ce l'hanno, perche' quando mi soffermo a pensare, ti sento limpidamente:
Federi' vienimi a piglia'!
Quindi non chiamare piu' una vita vera una vita a meta' come fosse falsa promessa, ma vera solo quando le promesse si mantengono e tu, l'appuntamento a queste promesse lo hai rimandato e non una volta sola, in quanto di solito troviamo piu' confortevole chiamare occasioni mancate le nostre scelte.
Tu hai preferito rimandare le occasioni piuttosto che scegliere, in quanto scegliere ti ha fatto sempre paura.
E se e' vero che la coscenza non ti trattiene da compiere un peccato, e' anche vero pero' che a volte ti impedisce di godertelo.
Non avere mai paura della tua ombra, lei e', li' pronta a significarti che vicino a te, c'e' una luce che illumina, quindi e' bene avere un fine verso il quale dirigersi, ma alla resa dei conti, quello che importa e' il cammino:
tutte le cose belle finiscono presto, ma sono sicuro che il nostro amore non finira' mai.
Federi'

il 02/10/2004 alle 16:36