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Pubblicata il 29/09/2004
Veniva
scarno d'argento
il viso
senza esche vive
amorevolmente
frattale di perchè
in circondato recinto
l'alfabeto del nome
e la solitudine
negli occhi
svellere.
Veniva
cadendo le mani
dagli omeri
nell'atmosfera della terra
come una cometa
bruciando,
gigli di San Giovanni
dalle cerulee stimmate,
nel bitume della mia anima
nel soffio di una vaga luce.
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Fa bene da contraltare all'altra "tesoro mio" che ho appena letto, Caro Valter! Dominanze d'ombre e chiaroscuri qui, con un'introspezione d'anima "vagula blandula" d'adriana memoria; il segno della colorazione sentimentale nell'altra. Il tutto, nella multiforme espressione delle nostre più naturali umane essenze.
Ti abbraccio.
Max

il 29/09/2004 alle 14:17

Leggo sempre le tue poesie dallo stile particolare e impeccabile, questo (ti sorrido) soggetto "tenebroso" che ispira malinconia in un sogno che lascia spiragli ...mi fa pensare ad un pessimismo "voluto" , (se poi sbaglio, scusami) in un'anima fondamentalmente ottimista ..e tanto tanto altro.....
Un abbraccio
marcella

il 29/09/2004 alle 16:31

è troppo bella..senza respiro mi ha fatta restare..la stampo e ci intrecco una mia..vuoi?

:-)

il 29/09/2004 alle 18:29

sì.....dai.......


:-)

il 30/09/2004 alle 09:10