Lamentano fluenti malumori
le gocciolanti fronde abbandonate
dagli uccelli e poi spogliate
del fogliame, perso in mille ghirigori.
Nel fitto mormorare dei ruscelli
udivo cantar splendide sirene
tentatrici, ma un’assenza mi sovviene:
il tempo buono, i giorni belli.
Passati come i passi sulla sabbia
sono i lunghi pomeriggi della luce
che splendeva, e niente più ricuce
il cuore lacerato nella nebbia.
Ricordati di me nei sogni tuoi
che fai quando il mattino si distende
nelle valli: sarò colui che attende,
sarò infine come tu mi vuoi.