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Pubblicata il 26/09/2004
Lamentano fluenti malumori
le gocciolanti fronde abbandonate
dagli uccelli e poi spogliate
del fogliame, perso in mille ghirigori.

Nel fitto mormorare dei ruscelli
udivo cantar splendide sirene
tentatrici, ma un’assenza mi sovviene:
il tempo buono, i giorni belli.

Passati come i passi sulla sabbia
sono i lunghi pomeriggi della luce
che splendeva, e niente più ricuce
il cuore lacerato nella nebbia.

Ricordati di me nei sogni tuoi
che fai quando il mattino si distende
nelle valli: sarò colui che attende,
sarò infine come tu mi vuoi.
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