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Pubblicata il 21/09/2004
Le alte sfere chiudono oscure ellissi,
insanabili orbite
nell'aria stretta di clamori.
Vicoli s'allungano, si montano la testa di vasi
a pieni terrazzi,
palminervie calate a chiome,
forme d'edera fumante l'anidride e pochi spettri.
Inavvertita presenza, vivo scorrendo
oleogramma grigio antracite,
vago bagliore di pirite
nel plastico recinto.
Sono un sauro metalmeccanico
melanconico
carico di frutti d'anice stellato.
In fondo alla statale
la morte
è un peones amazzonico
con un cappio di gomma
e idrocarburi celati nel poncho
colorato di slogan.
Supercortemaggiore
era la scritta.
Un basso crepitio di folaghe
ed oltre
una macchia d'indaco e cadmio
vasta ed irraggiungibile.
Fendente, frontale
ed il conto è poca cosa.
La salamandra ed il resto
a chi è rimasto
contando i frantumi
i panni spenti
da un relais fatale.



(All'Axel di "Fantasmi on the Road": mi hai ricordato di aver scritto questa mia)
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Grazie per la dedica, felice che tu abbia riesumato questa tua, molto più surrealista della mia che era un metaviaggio fra ricordi del '68 e metafora erotica.
Un caro saluto!
Axel

il 21/09/2004 alle 13:29