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Pubblicata il 20/09/2004


Questo continuo rinnovarmi ed annientarmi
giorno dopo giorno, che senso ha?

Cio’ che di nuovo nasce all’alba,
mi rende felice soltanto al mattino,
al tramonto e’ gia’ vecchio e stanco:
torna il vuoto,
la noia,
la tristezza.

Eppure un senso c’e’:

la vita e la morte si inseguono,
ma fino a quando?

Mi rinnovo vivendo,
mi anniento morendo:
nascere e morire ogni giorno,

Rinascere all’alba,
morire al tramonto
cosi’ per tutto il tempo,
cosi’ senza tempo,
finche materia
s’aggrega e disgrega:

rinascere e morire,
finche il tutto vive
seguendo il corso
verso la Perfezione!

Firenze 19/09/2004


Federi’
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riflessione lievemente amara sul trascorrere di un tempo sempre uguale, una variabile che non porta variazioni, così ho inteso dall'incipit. Si percepisce come un’immobilità nello scorrere del tempo che rende inafferrabile la serenità....

il 21/09/2004 alle 12:22

Innanzi tutto grazie per il tuo commento:
lo scorrere del tempo e' lo spazio che divide la ratio impressa in noi, con la non ratio che in qualche modo ti assale.
L'immobilita' nello scorrere del tempo quindi non e' mai statica, ma affannosa, alla ricerca di quella serenita' alla quale bisogna credere:
quindi il tempo divide il tempo in altri tempi, che saranno sicuramente migliori.
Federico

il 21/09/2004 alle 14:18