Sortilegio la sera
affacciata a settembre
scandita da lunario siderale
accartocciante ansia d’infiniti
senza sipari d’ombra
o catene d’ossimori a imbrigliare
libero volo a Pegaso di fuoco.
Impietosa la sera
in memoria d’estate
con sulla pelle il sale
e tra i capelli
verdedorato fiato di settembre
Danza su foglio stanco
ombra sfuggente di parola muta
e lascia nella gola
groviglio di silenzio e di respiri.
Nodo di vita a perdere la mano
convulsa ancora stringe
il filo che guidava l’aquilone
mentre dietro la grata
già balugina lume
profetando l’agguato della notte.
Dona Flor