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Pubblicata il 17/09/2004
Acque dalle steppe
eurasiatiche
ingorgano
alberi semoventi.


Mangrovie abbarbicate
dalle paludi contorte
trattengono fenicotteri
dalle zampe rosa
in fuga...


Acque caustiche,
alcaline,dal ribollir
melmoso di laghi africani,
ascoltano dei necrofori
bauini gli urli disumani..
mentre gli aguzzi denti
arrotano sui fenicotteri
che a morire sono tornati.
Rosa.
Gli snelli colli contorgono,
nello spasmo.
Rosa.
In danze macabre
incrociandoli...

( E par finire il mondo.)
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" non colgo
in questo ntreccio d'alberi
rumore umano.
Solo rami
e strida di uccelli
in questa sera
così prossima alla notte.
Sentiero sottile,
appena tracciato
e su di esso i miei passi
quasi timorosi
di ferire la natura... "

una poesia un po' esotica, per l'ambientazione, ma, come tutte le tue solite, splendidamente evocativa... un grande bacio a te, dall'hidalgo.
Miguel-hidalgo-de-la-luna.

il 18/09/2004 alle 16:28

La gravità sta nell'inquinamento invisibile che non permette di aver nè l'attenzione che merita nè una coscienza a tutti della realtà in cui stiamo vivendo.
giusto "par finire il mondo".


ciao

il 20/09/2004 alle 14:03

i luoghi più oscuri della terra coi loro selvaggi canti..fanno gridare di paura anche noi che sentiamo arrivare su di noi quest'orda disumana di terrore...Ciao Michele..Luna

il 21/09/2004 alle 18:55

e queste acque che sembra vogliano fr finire il mondo..sono quelle oscure delle coscienze che sembrano impazzite...:-)

il 21/09/2004 alle 18:58