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Pubblicata il 11/09/2004
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Nel terzo anniversario ripubblico "11 settembre", come preghiera laica alla memoria dei caduti, con un pensiero ai passeggeri della stazione Atocha, alle popolazioni intere prese in ostaggio dal Caucaso al Medio Oriente, agli inermi cittadini di Mosca, ai bambini di Beslan e a quanti altri stanno soffrendo per mano del mai sufficientemente condannato terrorismo islamico.


11 SETTEMBRE
(il cameriere)

Amico mio,
di scuola antico compagno.
Come fiore di ciliegio
che in breve, vita diffonde
e aroma spande
e bellezza
e sfioritura presto accoglie,
così repentinamente,
la tua strada,
per cieca perfidia,
hai terminato.
Tu che felice in paradiso,
le tue speranze avevi realizzato.
Da solo,
in terra straniera,
ad inseguire del tuo sogno il destino.
E fu quel primo giorno ...
Ricordi?
Dal novantesimo piano
m’avevi telefonato:
“È come in un film!”,
mi dicesti.
Il tuo cuore,
di gioia pregno,
ancor non conosceva
del dolore il vero strazio.
Ancor giunto non era
quel martedì,
di vita oltraggio,
in cui dal paradiso,
come goccia di pioggia,
saresti sceso.
Quel martedì di fine estate,
ultimo giorno,
in cui,
nel tuo stupito dolore,
spiccasti il volo,
e mentre la terra incontro ti veniva,
il vento i tuoi capelli scompigliava,
come dolce carezza di madre
che paura scaccia.


yama

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