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Pubblicata il 10/09/2004
Dietro alle colline di metallo
si scorge un cielo senza colore
e all’ alba non canta un gallo
ma un gigantesco reattore,
che ricorda la partenza
per il rosso pianeta
di chi ha esigenza
di un posto esotico
che da' la pace lieta.
Intanto un bambino
assume un nuovo narcotico
d’effetto sopraffino,
regalato dalla madre
per la santa perfezione
della nuova arte
dell’umana clonazione.
Coglie un fiore un nostalgico
nella realtà virtuale
dentro al castello magico
del drago immortale.
In questo paradiso
dove l’uomo a mano non lavora
tutto è condiviso
quando dallo schermo affiora.
Esso si nutre delle menti
visto che da sole si offrono
assorbendo i lamenti
che veloci corrono.
Un tempo lo stupido profeta
gli occhi si strappò
quando quest’epoca lieta
egli ossevò.
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