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Curve doriche d'impianto
a volgere temprata forma,
visioni auliche in euphonia
d'intarsiati verbi in musica
di anime discinte e avide,
nell'imperniato centro
di fruttuose estasi precoci.

Risucchia l'alba la notte insonne,
fra orbite mutate d'astri,
in rotazione libera di poli
e tempeste geomagnetiche
di squassate terre all'onda,
e piove dal mare al cielo
fra labbra d'orizzonte.

Ornate maschere di rossi,
in folle corsa di violini
nell'intonare acuti estesi
fra cigliati lampi d'occhi,
annegati d'abbandoni sciolti,
son reclinate virgole,
a punteggiare le vittorie
sulla pelle testimone.