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Pubblicata il 31/08/2004
Canto dell’acqua

Scesi di buon’ora
Che il bosco brillava di rugiada
Ancora vergine di sole
Fruscii e sciocchi segnavano il silenzio
Immobile di fronde aggrovigliate
E fusti altezzosi cerchiati di anni
Ed altri inginocchiati al franare dell’appiglio,
più giù a valle si disvelò il mormorante
risoluto e impertinente cicaleccio dell’acqua
Continuo gorgogliare di rocce
Che dispiegano infine la voce
E narrano e raccontano e cantano
Della radura e di quando il rispetto
La popolava di leggende incantate
Metallici brusii e cori di guizzi e tonfi
Da voltare la testa a seguirne il percorso
Sempre uguale il suono
E diverso e modulato di pietre e anse
E salti e buche sonore
Viva è quell’acqua e sincera
Incessante ed urgente il fluire
Il mio sguardo diventa cursore
Del suo scendere il tempo
Ed il mio ascolto lo spazio che
Riempie e svuota e consuma e depone.
E la mente scorre e salta e zampilla
E del rivolo divengo parte e mi scorre
Attraverso il canto dell’acqua sapiente di cose
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...mormora l'acqua al divenire e mille fruscii ne salutano il passaggio...

L.

il 31/08/2004 alle 15:15

L'acqua fornisce un richiamo ancestrale canta e danza per tutti, ma non tutti si fermano ad ascoltarla.
Grazie
Sergio

il 04/09/2004 alle 08:03

Le radure dei boschi sono luoghi incantati, ed è facile lascarsi trasportare da queste atmosfere ritmate dallo scroscio dell'acqua...
Ciao
Zordoz

il 04/09/2004 alle 08:06

Il flusso dell'acqua è un divenire ed anche un rimanere uno scorrere ed un fermarsi, metafora interrogativa nel suo trascorrere.
Zordoz

il 04/09/2004 alle 08:11

Pensieri che zampillano trascinandone altri profusi dall'infinita saggezza dell'acqua.
Camo

il 04/09/2004 alle 11:40