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Pubblicata il 25/08/2004
Voce rumorosa dall'orizzonte
vieni dietro l'onde
a parlarmi, a dolermi
che mi sei mancato.
Serrature di spuma
nei sogni
vocaboli d'altre spiagge
infranti dal bisogno
e vivere è prender fazione
e naviglio che talvolta affonda.

Curvatura d'occhio inluce
avvolto di spazio, concime,
dardo di pianto nella notte
l'alba riprendi trucco,
l'orgoglio,
il severo degli abissi
accenni nella morte
che rifiuti.

Mare
lasciarti mi è croce
e infisso microfono delle sere
a cui detti l'ultime memorie
sempre.

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Sulphur, complimenti per questi versi che pure nella loro ermetica misura scavano e richiamano sensazioni che io pure avverto in questa maniera, nei confronti del mare lasciato alla memroia sempre,
un verso su tutti "vivere è prendere fazione"
Ciao Sergio

il 25/08/2004 alle 16:28

Non so come sia, per noi cittadini di pianura, il mare ha un fascino ed una voce inconfondibile, le sere poi che mi ritorna ancora della sua risacca mi è dolcissimo sentire, che ritrova le mie difficoltà della vita, le mie posizioni dove non vorrei stare e le ingarbuglia in un lontano sciabordìo delle onde, quasi a volermi placare come di un amico sincero.
Comprendi certamente quel che dico...........

grazie del bel commento

Sulphur

il 25/08/2004 alle 17:53

Comprendo e quel che più è importante condivido lo sciabordio, la risacca, la battigia umida di onde che in perennne processione mai disvelano del mare la fine o l'inizio....
Grazie a te
Zordoz

il 25/08/2004 alle 18:17