.
Fra porcellane sempreverdi
e nuvole fuoribordo appese,
pascolano le Ferrari tigre,
nel retrobosco di velluto
di una ballerina sfiorata
dall'oro baciato di Klimt,
nell'elevarsi di macedonia
di armoniche pastello in fuga,
incinte d'albe frigide d'avorio
e di tramonti a luci rosse,
a parcheggiare la notte
a margine dei sospiri.
Negli occhi lavanda azzurra
profuma di vertigine l'attesa,
nell'esca d'un mosaico in fiamme
di verbi in orbita di Venere,
e felini approdano discinti
rintocchi di campanule
sul bronzo morbido d'Australia,
sotto cieli striati da profumi
che volano in stormo esotico,
fra bollicine di cristallo
in coppe seriche di comete.
Nuota un caldo Avana
a pelo d'acqua in predazione,
fra graffi d'alghe nobili
unghiate di lacca rossa,
nelle parentesi truccate
d'un sorriso ambiguo.
E conturbante.