Ora scrivo ,come un Dio mi liberò
dalle catene della concupiscenza;
scrivo della travolgente commozione
che mi colse dopo la conversione.
un diluvio di lacrime, una tempesta
che si scatenò,
violenta e greve, nel suono del Grande pianto.
Mi scostai
Quel tanto che lo spazio diventa suono interiore
e la Parola fluisce libera,
dalla nostra muta ragione
ei nostri informi atti di carità.
Non nascondo:
edio mi piaccio tanto il mio parlare
,ma è vita breve questa nostra
e la ragione,
ha radici profonde oltre la nostra storia
non affermo :
di saperne qualcosa, ma
non nego:
che calore; ascolto, tenerezza
sia espressione di un unico moto:
l’AMORE
Camalò Agosto 2004