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Pubblicata il 02/08/2004
In overdose di maturità
cade al suolo ogni tipo di frutto
spillo nella pupilla
è l’albicocca spiaccicata
marcia è la pesca per le api curiose,
acuisce il caldo
la monotonia delle cicale
imperla la fronte il silenzio agostano.
E il tedio di spiagge affollate
in assenza di mistero
Ha il sapore prevedibile del gelato incartato.
E già consola l’attesa di cogliere uva e fichi.
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Bella triste , io estate la vedo come vivida stagione un po' meno l' incedere dell' autunno. Comunque sia fortunati coloro che le ferie le fanno realmente non come me . Ciao by floppo

il 02/08/2004 alle 23:01

Si l'estate è vivida ma per me solo fino ad agosto, poi diventa tutto così opprimente!
Grazie per il commento.
Camo

il 02/08/2004 alle 23:08

Sono tristi Camo questi tuoi bei versi, non assaporano il miele le labbra scottate, e non spiano il mistero sconosciuto delle cabine da buchi nelle assi, occhi disincatati o stanchi di vedere.
L'estate, è, indipendentemente che la si voglia e la si sappia sorseggiare.
Le notti si allungano alba e tramonto amanti improbabili non si sono incontrati nemmeno durante lo scorso solstizio.
Ciao
Sergio

il 03/08/2004 alle 08:40

Si amico sono versi tristi ma non si riferiscono a tutta l'estate, di cui anch'io subisco la magia, ma solo alla sua banalizzazione nel mese d'agosto.
Ciao
Camo

il 03/08/2004 alle 09:09