Ombra di tiglio
è la felicità che nodo ci fu alla gola.
Null’altro.
Ne tu ne io le anime ancor nutriamo
di brezze aeree e di colli
ove la luce girava inerte
e annegava anche il buio.
Forse la chiarìa di luna,
forse la frescura della campagna
trascolora la calce di queste mura rurali:
si accorda con silenzi che ascolto
ed un sussulto, un gemito infantile.
Il bimbo dorme ancora
e il tuo respiro è quiete.
Ascolto: guaito di cane
sfumato nel coro dei grilli,
di foglie fruscìo nel cortile,
sono canto al battere delle manine.
La vita a nuova dolcezza attonito m’accende.