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Pubblicata il 01/08/2004
Ombra di tiglio
è la felicità che nodo ci fu alla gola.

Null’altro.
Ne tu ne io le anime ancor nutriamo
di brezze aeree e di colli
ove la luce girava inerte
e annegava anche il buio.

Forse la chiarìa di luna,
forse la frescura della campagna
trascolora la calce di queste mura rurali:
si accorda con silenzi che ascolto
ed un sussulto, un gemito infantile.

Il bimbo dorme ancora
e il tuo respiro è quiete.
Ascolto: guaito di cane
sfumato nel coro dei grilli,
di foglie fruscìo nel cortile,
sono canto al battere delle manine.

La vita a nuova dolcezza attonito m’accende.
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