Tutto quel che credevo giusto
Si risolve sempre in un fiasco!
Che sia forse il destino che porta
in barca l’impossibilità di riuscire
a concludere qualcosa di buono?
Tu, mio buon pastore, perché non
mi vieni a riprendere, ora che vago
perso in selva oscura, e senza alcuna
Luce che m’indirizzi il cammino?
La storia la facciamo con i nostri
sforzi, ma se anche il desiro diviene
Volontà, e la volonta si trasforma
in azione, perché mai ogni tentativo
che faccio risulta vano? Sento in me
scorrere buon sangue, e non credo
che tutto ciò possa continuare così,
la vita essendo statami donata da Te,
non può volgere tra sofferenze perpetue
che mai vedono ruotare il destino.
Ora si e domani no, un po’ a me
e tanto a Te, ma se fosse vero che Tu
sovrano dell’universo, regni incontrastato
sopra ogni mondo, come principio
della fine dell’anima vivente, perché non
Ti muovi a compassion per me, che Ti
adoro come unico, indistinguibile Dio mio?
Ama il prossimo come te stesso,
questo motto dice il Figlio, ma io
dico: ama il prossimo come Lui
ha amato noi, questa è la verità
che ancora non capiamo delle tante
dette, ma Tu Padre mio, che sei sopra
tutto e ogni cosa ti contiene in sé,
ascolta il mio grido disperato, e muovi
la ruota che tanto cigola per la ruggine
creatasi dopo tanta pioggia, pioggia
che non cade più sopra la mia testa,
sole che scotta il mio pensiero e rende
difficile ogni prova. Poi quando rimembro
la fine che il Figlio Tuo fece, capisco
e non chiedo quello che nemmeno a Lui
è stato dato, perché non sono così puro
da esserne il fratello, ma se il pensiero
che vive in me s’avvicina al veritiero
perché mai dovrei mollare la presa
così tanto attesa nel mio talento.
Non so ben cosa le mani ancor
Diranno nelle parole che non freno
Nel mio pensar solito ed inatteso;
vieni musa d’oro, sul tuo calesse
infuocato, raggiungimi e purifica
la mente che deve essere serena
se vuol che tutto torni al suo posto.