Ricordo una culla
un giaciglio strano
non era un posto di sorrisi
ma di legno era e sui visi
tristezza e lacrime gocciolanti
sul vetro che il legno copriva,
dopo c’era la terra e
di lacrime e tristezza nemmeno
il vento ricordava più niente,
solo il silenzio che ricopriva il mio corpo
uno stornello di strane parole
recitava per me disinvolto:
” di te dissero in tanti,
per te vissero in tanti
e più nessuno
ricorderà le tue visioni danzanti”.