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Pubblicata il 31/07/2004
Ricordo una culla
un giaciglio strano
non era un posto di sorrisi
ma di legno era e sui visi
tristezza e lacrime gocciolanti
sul vetro che il legno copriva,
dopo c’era la terra e
di lacrime e tristezza nemmeno
il vento ricordava più niente,
solo il silenzio che ricopriva il mio corpo
uno stornello di strane parole
recitava per me disinvolto:

” di te dissero in tanti,
per te vissero in tanti
e più nessuno
ricorderà le tue visioni danzanti”.
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Sempre molto particolari le atmosfere che riesci a creare con i tuoi versi. Un bacio.
Michele

il 31/07/2004 alle 18:09

muà

il 02/08/2004 alle 06:16