PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 30/07/2004
Quando ascolto in me stesso, sono
rapito nel silenzio di mille pensieri…
infinite presenze… dai soffi pregiati
assunti nel mio carisma infuocato,
trovo grande l’amore intorno a me
e non spaurisco giammai la forza
rigeneratrice che scivola tra vene
rigonfie d’adrenalina; per quel senso
etereo, che sempre l’accompagna
mentre scrivo, e m’abbandona solo…
e nel silenzio scandito da suoni
sillabati d’oro, nell’aria evadono
i miei pensieri al di là del mare.
Mare mio, sei così mosso dalle onde
che sorridono al tuo viso, come
calmo nel tuo profondo letto, baci
i raggi del sole, che ti zampillano
l’acqua che mira il cielo dalla terra.
Salite o pensieri, e vagate nel Cielo
donde siete caduti in carne ed ossa!
La luce è il mistero della vita, vita
che diviene immortale nel tempo:
fuso d’indicibile forza, salgo a Te
o Fratello mio, e non so come mai
io ti sia così gradito? non ho virtù
di tali grandezze, per farsi che Ti possa
cogliere in ogni momento. Sono umili
di cuore quelli che possono vederTi,
ed io sono grande di mole e ferreo
nel petto, hai messo intelligenza
in gara con bellezza e forza e carisma
in me, che pecco! e non merito tutta
questa grazia. Quale destino accoglie
chi mostra la Gloria con umanità?
Che sia umanamente sola, l’idea mia
nell’acqua bevuta in cielo? O uomo,
destati da quel sonno, perché come
leggi sono vivo; gioisco e cammino
nel Cielo dove tutto profuma, e niente
disaccorda, entro se m’accogli, e chi
accoglie la luce, vede attraverso essa,
e non s’abbaglia, anche se fosse al buio,
perché la luce mostrerebbe il cammino
dell’Anima immortale nella vita terrena.
La virtù è difficile cosa, non che sia
cosa difficile saperla, ma praticarla
risulta essere faticosa; tutti sbagliano
perché anch’io sbagliai, tutti corrono
sul filo tesso dal Caso e mosso da Dio!
Ma non capite o uomini, che Figlio
è ognuno di voi, siamo Uno nel cuore!
Quando un uomo di Dio viene a contatto
con il peccato, lo contrae per sanarlo,
lo purifica dal corpo per elevare la mente;
il peccato è la causa del bene, perché
senza peccato non c’è perdono, e Dio
è l’immagine superna della Misericordia,
è il Pietoso, Colui che t’abbraccia proprio
perché torni, tu che sei quell’una, quella
pregiata, colei che si è persa nel deserto
lasciando sole le novantanove. La gioia
è appunto dominare sul peccato, perché
è cagione di grandi meraviglie; pensate:
se il vostro peccato non ci fosse stato,
nemmeno Jhesù sarebbe sceso a mostrarvi
il Regno. L’uomo che rimedia è degno di lode,
mentre aspra e velenosa è l’acqua torbida
che beve lo stolto. Sappiate o uomini,
che la vita è solo grazie alla morte, e vita
e morte non sono diverse, ma contrarie
e quindi uguali, sono due volti stampati
nel giglio sulla medaglia dello spirito.
Ora so che parlare così non convien
se davvero l’uomo tenesse alto l’onor
che ’l Padre dona al Figlio quando torna,
perché dispiace veder che perdona chi
Lo ama più di se stesso, se poi sbaglia
come tutti. Se solo tu o uomo, capissi
che siete tutti uguali, non c’è razza
non c’è lingua, simili d’aspetto e diversi
nei colori, perché la natura è varia, ma
Dio è uno, e Jhesù è trino, questa è Verità.
Il carisma germoglia ed è pianta forte,
non subisce mai discordia, anzi s’accorda
e cresce maggiormente ogni qual volta
che sale invece di scendere. Le poesie
vivono in loro stesse, si scrivono da sole;
io non le guido mai, perché sono loro
a portarmi; sorrido mentre scrivo.. ora
che sento l’empatia e la gioia del Cielo
riversato in me, piccolo e giovane uomo,
così simile al quel Dawid, padre eletto
e uomo imperfetto, perché sbagliò,
commise peccato, soffrì e pianse,
e fece cosa da biasimare agli occhi
di Dio, ma Dio non lo lasciò mai,
non dimenticò di essere suo Padre,
quell’Amore infinito che l’aveva
reso così gioioso e fiero qundo nacque,
e capì l’umanità, la soglia che tiene viva
l’anima…l’emozione..la forza e la vita,
tratti anche se il mondo sconvolge,
mentre le popolazioni si stroncano!
Dio mio Dio mio, quanto T’amo
Padre mio, Tu sei la gioia più grande
che esista, perché come in Te rifugio
l’anima, così Ti bevo e mi disseto,
quando ho fame Tu mi nutri, e sei
madre allo stesso tempo, sei tutto
e niente, perché non mostri il volto,
resti anonimo dipingendoti nel Caso;
sei dolce e premuroso, tanto coccoli
quanto insegni, e sei duro con chi ami,
perché lo preferisci, e chi preferisci
Ti ama incondizionatamente, con tutto
il cuore nell’anima della mente con forza.
I motti sono graditi, quando l’arte mia
nasce dalla scrittura, perché sono luoghi
comuni agli Angeli, per questo il mistero
della Poesia viene a volte colto, mentre
altre perso, perché è luogo divino dove
non tutti salgono, alcuni neanche sentono,
per questo loro amano dirci i segreti
quando stiamo in silenzio ed ascoltiamo
la voce del deserto che spiana la strada
a Dio…Dio è in noi, non lo sapete?
Questa è un’opera santa, fatta per principio
quindi eterna; incorruttibile nello stesso fine
perché è principio, e niente mai scorre
senza cambiare, come solo Dio è uguale!
Ora ho toccato con gioia un bacio, l’ho
stretto e lo tengo con cura in me, perché è
sincero, vero amore che non passa, e so
che se anche amo molto, sempre quel bacio
sincero non scapperà, perché è così caro
che vive senza morire; è nel mio cuore
questo bacio che ho ricevuto, è solido
come una montagna, e leggero come il vento,
veloce come l’acqua mi ha dato più di tutto
il mondo assieme! Amore? Sei così! piango
e stringo la paura di non poterTi trattenere,
piango e non capisco perché piango, sono
lacrime di gioia, gocce sincere che riflettono
la vita passare ma rimanere forte, e solitudine
è tutto ciò che rimane dell’altra notte,
che flebilmente ho passato senza ricordi;
con amarezza mi sveglio perché giaccio
con chi non amo! È solo lei che penso,
è solo lei che voglio, colei che quando
mi bacia, m’infonde passione e tremore,
colei che mi da sicurezza e che ama
i miei difetti, colei che è madre di mio
Figlio, colei alla quale promisi l’Amore.
Figlio mio, quanto strana è la vita, soffri
e da lei ricevi schiaffi, ma Tu sei l’Amore
Figlio mio, mia unica gioia vera, solido
punto che sarà per me, quello che io
sarei stato per mio nonno; anche se lui
mancò presto, mancò quando doveva
restare, fu rapito dal vento d’un sonno
beato, per una vita vissuta al massimo,
onorato e vincente era onesto, forte,
altissimo come i pioppi delle campagne
rideva e beveva in allegria, faceva quello
che faccio io: soffriva e piangeva, rideva
e giocava; sbagliava.. si forse! Ma era grande
in ogni cosa ch’intraprendeva, con il carattere
faceva tremare mare e terra, ed il suo nome
risuona ancora tra le genti dopo molti anni.
Che sia forse così?…nonno mi senti mentre
Ti chiamo? Senti l’Amore che provo per Te,
mentre mi guida mancandomi tanto, soprattutto
ora che vorrei domandarti tante cose, proprio
ora che vorrei essere consigliato e guidato
nella vita e nel lavoro…quante domande
Ti farei nonno mio, quante cose da dirTi
tante quante da ascoltarne, perché non
ho padre se non Te, è la tua vita che mi
insegna. Come farei Signore, senza la gioia
di chi mi amava ancora prima di vedermi?
e camminava su e giù per la stanza, mentre
mia madre partoriva all’ospedale! Caro
nonno, la vita è dura ma sai cosa Ti dico:
io sono come Te e me ne vanto, soffrirò pure
ma infine avrò gioia: perché chi è come noi
che non conosce la morte e vive in eterno?
Le mie emozioni le consegno agli Angeli
perché me le conservino, e le portino
sino alla soglia della Porta Sacra, dove
risiede la Fonte, Vita dell’Amore immortale.

Scritta dalla Voce del Silenzio nell’ultima domenica prima di Pasqua nell’anno 2004 .
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sono rimasto a bocca aperta.......grazie mille....

el

il 30/07/2004 alle 17:16