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Pubblicata il 28/07/2004
Scrivo male questi versi e carnefice di me
l’imbottiglio
per lanciarli nel mare del futuro
e con voi che mi state leggendo
non so in quale imprecisato anno
tolgo la maschera adatta solo a me
non vorrei lasciare quello che non sono
preferirei la normalità.
Ho cercato di rendere la mia pazzia normale
imponendomi di essere uno dei tanti
uguale a tutti, pietoso mi sono allineato
come una pecorella al gregge
ma feroce, a tratti fuggo
chè la pazzia pretende le carezze ed urla.
Molte volte sono uscito fuori dalle righe
mille volte ho creduto di impazzire
ma ho sempre trovato la forza in me stesso
mi racchiudevo
nel mio laboratorio di modifica
e ne uscivo nuovamente pronto
a mangiare pane e vita.
Dal silenzio eterno, teneramente
con occhio inquieto
figlio , amante o padre
osservo intorno passi incerti
ed io sono al mio posto nuovamente mostro.
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