Quando penso a come ho iniziato a scrivere mi immagino così, distesa sul letto di camera mia, capelli scompigliati e pensieri a rincorrersi, in quella afose e solitarie sere estive. Iniziai con dei diari, chiusi a chiave e nascosti, vi custodivo ciò che a nessun’altro avrei potuto dire, non sarei stata capita dai miei coetanei, a dodici anni.
Poi la poesia si è impadronita di me, ora mi obbliga a raccontare storie di cui nemmeno io conosco il significato. A volte ho la sensazione che la mia mano viva di vita propria e tante volte, quello che produco, lo comprendo solo dopo tanto e tanto tempo.
3/04