Azzurro sorriso d'albe profonde:
dietro macerie di luce bianca
il cuore stanco s'inabissa e mormora
verde l'ombra del cigno, triste smeraldo,
tra l'onde incerte di sole freddoloso
e il respiro bruno d'alberi in penombra;
nero, il vento bisbiglia cenere
nell'aria acida di giorni in croce,
e polvere è il tempo
e silenzi di pietra
e sangue antico
che blocca i corpi all'indietro,
senza faccia, senza ritorno:
sparse, restano solo ruvide foglie di te,
gocce d'immagini in bianco e nero, sfocate,
là, tra le tele rugose della memoria ferita
tra le grucce d'abiti morti in solitudine
tra le labbra secche d'infanzia;
e m'ingoia il colore triste della marea.