Sommerso da vitree lacrime
ho vagato in mare di dimenticanze
e strazianti urla
portandomi dietro
mutilati pensieri
cercando solo
un pò più di umanità
in un tempo
che non lascia molto spazio
Lungo il cammino
molte e molte volte
ho visto cadaveri
di emozioni ormai finite
Brandelli di anime
impregnavano l' obliatico suolo
di carne e di terra
esalando ricordi
e sfumati pensieri
E amaro nettare
scorreva lungo curve
di armonici volti,
immemori
ritratti di sconforto
Scala di Giacobbe
portami in alto
regalandomi momenti
di piacevole tortura
Salendoti incontrai
il nulla e la vita
dolore e piacere
silenzio e perdizione
E infine
tu
splendida anemone
in mare di torpore
Tutto fluisce nei tuoi occhi
Eppure
stento ancora a partorire
quello che tu
mia vergine sposina
rigurgiti in me.