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Pubblicata il 17/07/2004
Fresco venticel ristoratore, sapientemente,
t'insinui nelle mie già canute chiome,
destro ti muovi come dita d'amante
che al suo amor sussurra soavi parole.
I pensier, dolci, sen van a rimembrar
del tempo dell'eterna eppur fugace giovinezza.
Tu, come allor spiri, cangiato non hai il tuo aere;
così come allor porgi fresco ristoro
alle deboli accalorate membra.

Colui che, insiceramente, invece, fu amante
ora non è presente, poichè a colei che
seppe a lui, con egual mendacia, offrir
effimere gioie e tant'altro;
ora a lei dolosamente vende le sue false
promesse.

13 giugno 2004
Mablu'
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Tenerissima e sensuale la prima parte col vento complice nei giochi per poi virare al ricordo amaro di un amore amaro. Una bellissima poesia.
Un saluto da un altrettanto canuto
Cesare

il 18/07/2004 alle 17:22

sei gentile grazie

il 20/07/2004 alle 00:34