Scalmi arrugginiti dal sale
ospitano inattivi remi
mentre la vecchia imbarcazione
oscilla lenta alla deriva.
Sembianza di condanna agli scogli
pronta a divenir vittima,
prossima preda ambita,
di un mare sempre affamato.
Lassù, nel suo massimo splendore,
la luna d’agosto sorride divertita
e decide di vegliare sulla rotta,
complice di fasulla impressione.
Come seta color cobalto è il mare
ricamato da una fascia di lustrini
interrotta solo da quel guscio
che sembra cavalcarne la scia.
Allora cos’è quel dondolio?
Che stia imbarcando acqua?
La luna ride a quell’idea
lei può veder un bianco seno
sfiorato da una mano delicata
lei può… potrebbe…ma è imbarazzata
e gli occhi si fa velar
da una nuvola solitaria.
Felice di aver albergato tenerezze
tra i suoi fianchi possenti
ora può attendere il suo destino
una demolizione prestabilita
e non si accorge di esser rinata,
le assi lucidate a nuovo,
la ruggine si è dissolta,
ne s’accorge di quella bianca riga
che l’attraversa e la fa speciale,
dipinta da una vernice introvabile
come se fosse un marchio astrale,
di un chiarore dimenticato,
un miracolo che solo l’amor può fare
ridando vita ad un relitto.
Saby 2004
A volte succedono cose che non riusciamo comprendere.
Solo conversando col proprio cuore è possibile capirle.