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pab
Pubblicata il 16/07/2004
Devo alzarmi.
Lascio seduta la mia immagine
Perché e’ cosi che noi amiamo
i Luoghi
Luci che hanno un nome
mi accolgono
sortito l’uscio
E suoni , mai estranei,
scivolano , poi corrono
si fermano , riprendono.
E io sono il mondo.

Dall’opaco finestrino
immagini si affacciano
e mi costringono a guardare
incantato le possibilità ed
il loro amalgamarsi.
Solo frammenti
che appaiono
che bruscamente esplodono
e ricadono in profumi e colori.
Poi fan seguito, timidi,
i pensieri
ed al loro vociare devo fare attenzione
perché non facciano danno
offuscando come lor solito
meravigliata visione.
Penso la gente specchiarsi
nelle quotidiane acque
ed e’ nel loro incresparsi
che tenue e fragile diversità
prende sembianza.

Torno a camminare.
Rumoreggiar di ferri
si aprono occhi nelle dimore,
canti e brusii
negli incontri mattutini,
sentori di consuete ricette
incontrano i sonnecchianti risvegli.

C’e sempre un ticchettio
che ritma e guida
l’avanzante mattino.
Ed e’ un susseguirsi che tu vedi,
l’ identica immagine
che trasla inseguendo il sole
E l’indefinito ti stringe la mano,
si presenta , ne fai conoscenza
e te innamori.
Chiudo gli occhi e riposo i sensi.
Poi calpesto nuovamente il suolo
E sono pronto a lasciare nuove immagini.
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