Il Poeta Freddo mi parla.
Mi invita ad inoltrarmi nella folla,
ad osservare gli sguardi vuoti,
i balbettii che affiorano sulle labbra.
È un tessuto sociale degenerato,
ridotto allo sfascio
da una lacerazione indotta, strategica.
Scoppio delle menti,
dolore gelido.
La felicità,
che passi la felicità,
il tempo per ricordarla,
non abbastanza tempo per rimpiangerla.
Tutto finirà con essa,
tutto rinascerà con essa,
la felicità.
Il cielo.
L’abisso.