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Pubblicata il 12/07/2004
Anarchico circolo di una melodia in flanger:
così il sommarsi dei respiri
che ci tiene in verticale.
Agita il tuo scettro, Proserpina, cambiaci rotta e sorte,
l’Ade ha profonde casse stereofoniche [dall’urlo
alla risata, dal rantolo all’urlo].

Ian Curtis pareva così naturale, col cappio al collo:
come lui fluttuanti noi al di sopra dell’Inutile,
diretti verso una femminile armonia, dissonante.

Note singole brivido culle sospese
sopra l’Atalante:
RIFUGI, dove udiamo i volteggi
della nostra Esistenza in sonoro
e li comprendiamo, sotto ogni croma ed effetto.

Le mani, le nostre mani scavano da sé
un tunnel verso l’alto:
alate parole
ci salvano,
non baci effusioni veleno bifronte d’ombretto.

Toccaci le dita , sgualdrina :
ustioni, sostieni?
No, si chiama Amore, tu l’hai dimenticato fra

Bugie di gomma saporose e molli.
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