Le trottole d'acini del pitosforo, nuvole smunte d'ali,
monete tonde dita di Demetra, l'isola nelle narici:
si beve l'arazzo, con la gassa sulla vagina,
fuori il massacro intestino dei colibrì lame di zenzero
nella Cambogia delle trecce di palma e polveriera.
A lobi accesi, il monsone di fate nelle gocce di scintilla,
denti in milonga di vergini e i loro sandali d'ombre,
sui fogli della pelle scuciti dai postumi di sole
diario Icaro nel letargo, come la veste delle uova di vigneto |
questo lenzuolo di sale nel tatto, sotto il mastice di spanna
E' cloroformio, l'aria del suicida terminale
gli alveoli nella pupilla di vetro fuso
minimi mantici a senso doppio, dionisiaci obesi:
l'amnesia rubìno come telescopio fisso,
nelle notti migliori s'attendono a galla
un capo cantante di strappi e una lira
di coralli bucati e di capelli d'ambra.