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Pubblicata il 01/07/2004
QUESTA STRANA E LUNGHISSIMA……STORIA D’AMORE………..


Troppo facile giudicare una cosa, se gia’ la conosci, o su quanto di presumibile potrebbe ancora accadere:

per cio’ che mi riguarda, riesaminando la nostra storia, potrei gridare al miracolo!

E si’, perche’ solo di miracolo, si tratta:

a parte tutta la nostra volonta’ nel perseguire un obbiettivo,
a parte tutta la nostra forza nel credergli,
a parte tutta la nostra sofferenza nell’aver superato ostacoli morali e pratici,
a parte tutta la nostra volonta’ che molto spesso si e’ scontrata con le dure realta’ del quotidiano oramai incancrenito,
a parte tutta la nostra speranza di credere ed a parte tutta a nostra volonta’ nel proseguire,
c’e’ sempre stato quel qualcosa che, scontrandosi col terreno, voleva tentare di dissuaderci,e tentare di ricondurci agli ieri.
Ma noi, fermamente convinti, alla fine siamo riusciti a far prevalere la giustizia, sulla normalita’ della vita, quella che molte volte accentua le sensazioni di ineguaglianza tra il dovere,il fare,il darsi ed il doveroso attendere.

E quando ci siamo accorti che l’aspettare altro non poteva essere che il ripetersi d cose gia’provate e dalle quali nessuna sensazione di benessere ci circondava, abbiamo finalmente agito, sfidando la religione, il tempo e le consuetudini della vita:

Ed eccoci finalmente qui, a pochi metri dal traguardo, a correre, e risparmiando intelligentemente l’ultimo fiato che possediamo:

anche perche’ sappiamo
che superata quella soglia
che ora ancora ci divide,
dopo non vi sara’ piu’ voglia
che sia di alcuno
che piu’ non ci appartiene:

e nelle affannose pene
che hanno accompagnato questo itinerario
vi e’ una riga del diario che recita:

tutto questo e’stato fatto per amore,
tutto era gia’ previsto,
e nel riposto consenso mai affievolito,
ha vinto il gusto di chi mai si e’ pentito
nell’ andare avanti
per sconfiggere i tempi
dalla solitudine del corpo e dalla mente,
ed ora
che in me esisti finalmente,

finalmente rimani.

Chiudo in silenzio questo mio pensiero
per non farlo udire a nessuno:

Sappi che quanto ho scritto e’ tanto vero
da contrastare il tempo:


Sappi che in quell’intervento di vita
che mi unisce a te
divengo uomo vero:

sappi che nel sincero
sguardo che ti regalo
c’e’ sempre qualcuno che ti fa da palo
a quello sguardo che in quel momento tu non puoi darmi,
perche’ sei legata ai tuoi tempi e ai tuoi traguardi
ed io li accetto
solo per amore:

sappi che nell’ardore
che sai donarmi nell’intimita’
regna e governa il mio ringraziamento,
sappi che nel tormento che ti dai
io esisto,
sappi che se insisto
e’ solo per accorciare il tempo,
sappi che t’amo
sappi che ti voglio,
sappi che senza te
nulla sarei
e niente piu’ mi donerebbe orgoglio,
e sappi che tu componi
l’esatta eccitazione
che v’e’ tra il dire e il fare;

e l’immaginazione
che sino ad ieri mi ha accompagnato,
altro non e’ stato
che il risultato
di quel germe che un giorno ho seminato
e che ora,crscendo, mi sta dando amore
perche’ e’ cresciuto al sole
al sole della vita
quella che da tempo ti invito a visitare,
quella dove potrai laudare
te stessa e i tuoi sentimenti,
quella dove infine i tuoi tormenti
dormiranno per sempre:


ecco quello che sono
o cio’ che vorrei divenire:

la bara del tuo passato
e la certezza del saperti accudire,
perche’ il tuo divenire
mai dovrebbe aver confronti col passato,
ma ricompensare il nuovo risultato
dove cio’ che trovi e’ tuo
e quindi tutto pigli
in modo tale da poter dir ai tuoi figli:

ho agito bene, mie creature,
ora dormite in pace
e che siano durature
le vostre giuste voglie,
ora che di quell’uomo sono divenuta moglie
ma che per voi mai diverra’ padre:

fara’ comunque in modo che da voi scompaia
l’incertezza
e riappaia
quella sicurezza
che fara’ di voi nella vita
persone esatte e giuste:

Non ha importanza che voi abbiate un cognome:

Importante e’ che voi sappiate dare,
come vi e’ stato dato
si’ che possiate andare avanti
per ricopiare tutto:
ed in quel risultato
vi accorgereste
che dove c’e’ giustizia
non deve esserci quell’avarizia
che nega e che priva,
quindi chi prima arriva
li’ si segga
e, nell’adagiarsi su quella sedia della vita,
si giochi in pace la sua ultima partita.


Lucca 25/07/2003


Federi’





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Ciao e grazie:
so bene di essere stato abbastanza logorroico, ma il titolo lasciava presumere che.......... la cosa non sarebbe stata breve!
Scrivo la mia vita e mi accorgo anche a volte di essere troppo autobiografico, ma presumo che le cose che sono capitate a me, sono di comune costumanza per chi ha un po' di empatia con l'emozione:
se togli le emozioni dalla vita?????'
un abbraccio e grazie ancora,
federico

il 01/07/2004 alle 22:27