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Pubblicata il 28/06/2004
La sua vita era stata costruita
fra bagagli da fare e disfare, belle stanze asettiche,
vagoni di prima classe, navi, aerei, balli,
ricevimenti e una immensa solitudine.
Era arrivata a Roma all'inizio della primavera,
anche se quell'anno la stagione sembrava
ancora troppo lontana.
Era stato un viaggio nemmeno tanto lungo,
ma quando il treno entrò alla Stazione Termini,
Francesca rimase proprio impressionata.
Non bene, ma male impressionata.
In effetti, si può ben capire.
Si sentono certe cose su Roma
che uno crede di poter vedere solo monumenti,
belle piazze e chissà che cosa ancora.
Non ci si rende conto invece che potrebbe essere diverso.
Non si può arrivare a Roma
con il treno da Piazza di Spagna
o da Piazza della Repubblica, no di certo.
E poi la Stazione Termini...
quando si scende, c'è quell'odore davvero orribile!
Alla Stazione Termini c'é il peggiore
clima di Roma e la peggiore puzza.
Un bel miscuglio, non c'è che dire.
Il treno si era fermato e nessuno sapeva perché.
Però le persone avevano già cominciato
a tirar giù i bagagli,
la signora che le sedeva di fronte
si era anche aggiustata i capelli e rifatta il trucco.
Francesca si chiese perché le donne
dovessero truccarsi: lei non si truccava mai.
Il suo era un viso acqua e sapone.
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