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Pubblicata il 26/06/2004
Nel mostrarsi
l'uomo viene a contatto con ciò che lo circonda,
nel mostrarsi,
viene mostrato altro e altro si mostra.
L'uomo entra in rapporto con gli altri,
con la storia che racconta e lo situa.
Fa esperienza di una ragione libera,
pensante,
che cerca e trova soluzioni.
Lo fa resistere, gli dà l'impulso di andare avanti,
lo fa sopravvivere e vivere nello stesso tempo.
L'uomo, lasciando da parte il giocare,
si trova sperduto,
completamente solo e lascia fare.
Il lasciar fare, diventa un fatto
da altri sconosciuti che si giudicano come prepotenti,
come falsi,
si subisce la vita,
il deserto miserevole di un cortile umano
che non risuona più di allegria.
L'uomo smettendo di giocare si è chiuso su se stesso,
si è ripiegato, ha tagliato i ponti
con gli altri e con Dio.
Ha tolto la festa dalla sua esistenza.
Se l'uomo non gioca,
non progetta, non sperimenta,
non fa esperienza dei propri limiti.
Nel gioco sperimenta il successo e l'insuccesso,
l'apparire e l'essere messo da parte,
la riflessione e l'azione,
il sentirsi solo e con gli altri,
perduto e appartenente.
Elementi vivi che non si escludono
ma si completano e vanno oltre...
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