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Pubblicata il 22/06/2004
In mezzo ad una valle in un boschetto
con un ruscello
una fanciulla lavava i panni cantando
sentii quel melodioso canto
che con i suoi echi mi abbracciava.
La soppesai, la spiai nel silenzio
come una selvaggina.
Mi avvicinai, appena mi vedesti
spaventata ti nascondesti nel canneto.
Non fuggire pastorella
io ti porto amore.
Vieni…non nasconderti tra i giunchi
dammi la tua mano debole,
il toro vuole leccarti il palmo!
Non avere paura, non voglio morderti
non sono un serpente velenoso,
non vedermi come un orso o lupo
ma come un tuo amatore.
Posa le tue grazie
ma non pensare che sia un brigante
io non voglio altro che gentilezza.
Ti prego, non essere avara d’uno sguardo mansueto
o d’un risolino discreto.
Andiamo devi conoscere la mia famiglia.
Vedrai il pollaio e l’ovile
le pecore non ti hanno mai vista
le mucche muggiranno in segno di benvenuta
l’asinello già ti vuole bene
le galline già stanno covando le uova per te.
Dormiremo nella stalla che sarà la nostra alcova.
Oh, bella ninfa, lì sulla paglia, giocheremo al porcellino...
che si dimena la coda e mai s’annoda.
Ma tu vuoi essere la mia maialina?
Se vuoi possiamo giocare alla cavallina selvaggia,
io ti lego e frusto, mentre tu a squarciagola nitrisci e scalci.
Ti ho veduta fra i boschi,
così superba e bella
insolita visione che sommuove
e turba l’orizzonte della mia mente
che ho creduto che tu non fossi umana
ma la dea dell’amore.
Ohimè, Pastorella, perché ti adiri?
Vorrei sapere per quale ragione ti sconvolgi
dinanzi alle mie richieste?
Perchè stai scappando???!!!
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