Quando, figlio del Cielo,
ti contorci e arrovelli
per rubare consensi
e far pastocchie
dei migliori cervelli,
quando all'amico tuo
tu metti
in tasca le mani
e aspetti l'indomani
per vederlo in rovina,
quando tu bevi troppo
già dalla mattina
mentre poveri resti umani
in viaggio
trasudano di brina,
quando tu inutilmente
cerchi nella tua terra
nuda
e presso la tua gente,
un soldo e non lo trovi
perché c'è la guerra,
quando, buia, la vita
come sudicio straccio
consumi sul gradino
accanto ad un bambino,
il Cielo piange.
In tutte le stagioni
sparge consolazioni,
a tutte le ore
a te vicino,
vedi frange
di lacrime calde
dense di luce
che contagiano amore.