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Pubblicata il 18/06/2004


I passi del viandante
lungo strade
che vanno a terminare
sopra cancelli antichi
di vecchie case alzate
al vento delle vie
tra le corsie malate
di poveri paesi
lasciati abbandonati
si sentono in sequenza.
Raggiunge il mormorio
i rivoli del bosco
che incanta coi disegni
di fate truffaldine
che regalavano magie
a dei pinocchi nani
nascosti sotto alberi
con chiome diradate
e tronchi rinsecchiti.
Però gia sorge ancora
il dio delle foreste
a diradare nubi
ricordo di tempeste.
Il passeggero ignaro
sapeva che doveva
segnare il passo
nella speranza nuova
di poter attraversare il bosco
ed arrivare al posto
dove la scienza colta
aveva liberato
la linfa nuova
per le novelle cose
che avrebbero svelato
le corti misteriose
di tecniche sperdute
per il processo strano
che avrebbe sollevato
in alto i calici ricolmi
per il brindisi felice
ricordo di feste celestiali
segnate in paradiso.
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E noi, viandanti, andiamo, ognuno ha il suo passo,
ognuno ha la sua orma. Siamo soli, singoli e anche
solitari?

il 19/06/2004 alle 14:11