Bevo il mio calice di spine
alla veglia del vino
aprendo nella gola fine
ferite e mi chino.
Ai fuochi fatui, ai morti,
agli spiriti danzanti
alla gioia dei forti
alle stelle cantanti.
In ginocchia ricevo
questa benedizione
della forma io, allievo,
assaporo l'iniziazione.
Così si riversa nel cuore
e da li espande nelle vene
per quest'incanto l'amore
e la forza delle iene.
Apro gli occhi ad una nuova
dimensione di energia,
che allo spirito etereo giova
e toglie la miopia.
Ora son nuovo adetto
e ho in mano l'essenza
nulla mi è ristretto
e nulla è la resistenza!