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Pubblicata il 14/06/2004
Il ragazzo cammina,
ha le mani colme di doni,
cammina col passo lento
ed un sorriso gli illumina lo sguardo.

Cammina e mi guarda, sembra stanco
ma non si concede riposo,
passo dopo passo accarezza il futuro
e rispolvera il passato.

Cammina e fa del suo sentiero
il suo migliore amico.

Non ha certezze, solo fiducia
e il vagare gli è dolce
come un dondolare di culla.

Ma non è indifeso ed i suo occhi sono vigili,
non v’è canto materno,
solo il sussurrare del vento,
non v’è il profumo del desinare,
solo fragranze confuse
e un mare offuscato, misterioso, calmo che attende.

Ed io chi attendo? E’ lui che attendo?

Ho chiuso gli occhi,
serrato le braccia e,
dimentica del calore di un abbraccio,
allontano minaccioso ogni pensiero gentile
per poi abbandonarmi,
vinta,
tra le braccia fredde
della solitudine.

Nel mio letto, prima di me,
riposano spettri mai sopiti,
rimpianti graffianti,
lacrime mai versate.

E il ragazzo cammina,
dinanzi a me si ferma,
mi guarda
e nell’alba di un mattino senza sole scompare,
per sempre, tremando nell’aria.

7/02



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