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Pubblicata il 13/06/2004
Una roccia nel cielo
le stelle sono case
candide riposano come eterne
i larghi fianchi della collina sono un ventre
vertigine ripida di sterpaglie
centro del mio mare
il nostro passaggio è un onda
ci accompagna ci trascina si ricompone poi
per dimenticarci
loro mi siedono vicine assorte
una guarda lontano
Il suo richiamo ha labbra di rosa e corallo
pelle chiara
luna che non posso illuminare
tra le dita della mano i suoi sogni
la vita le si apre intorno
col suo fiore fecondo
la solitudine ora ha un peso
un sapore nuovo dolciastro
è un ramo che trema
vibra di talento e incertezza
lei è la terra che si risveglia
la stagione l’abbraccia di primo tepore
i suoi frutti sono carezze.
L’altra mi sorride
mi dona i suoi occhi il suo cielo
la bellezza è uno specchio
la sua tempesta è nell’animo
l’acqua le scivola via come lacrime di rabbia
ripiegata tra i suoi sogni e la vita
così diversi così meschina
un soffio caldo la allontana poi
la nutre per ricominciare
come stoppie dorate nella calura estiva
arde intensamente di fuoco improvviso
la sua dolce pena d’amore si consuma
l’alba poi è un deserto solitario di cenere
lei è un sole che fa capolino.


Questa terra antica di dei
ci racconta le sue storie di secoli
nudi del nostro orgoglio
ne percepiamo l’eco
in mezzo al nulla di questo mare
per la prima volta
quasi ci tocchiamo.
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ti ringrazio e scusa se ti rispondo dopo tanti tempo, ma sono stato a Roma e con poco tempo libero. Vedrò di leggere presto qualcosa a di tuo

il 26/06/2004 alle 11:01