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Pubblicata il 04/06/2004
Non importa come
Non importa dove
Non importa perché

Ti chiamo,
con mani conserte
sguardo alto al tuo calvario in un’antica cappella

Ti invoco,
con ali di farfalla dietro la nuca
supino su di un letto di angosce

Ti impreco,
con braccia tese a pugno chiuso,
volto tirato tra ingenua follia ed esperta rabbia

Non ti conosco,
se non per prediche o letture
Eppure Ti cerco e sono per te

intimi segreti,
paure di dolorosi pianti
fatue gioie di vivide speranze!

Causa di dolore,
la tua assenza di padre
il supplizio del male nella solitudine

Fonte di passione,
quando ti trovo negli occhi dell’amore
gioia immensa quando mi sei figlio

Oggetto di bellici ideali,
modello di cento volti
idolatrato in piante e fiere.

La tua astratta presenza,
fragile espediente per addossarti ogni colpa
semplice disincentivo per non renderti merito

Eppure Ti cerco e ti cercherò,
fino a quando non ti sentirò
fino a trovare la profonda semplicità di me stesso!

C.M.
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bellissimi versi, scritta in maniera originale, bravo. Maurizio

il 07/06/2004 alle 11:49

Grazie Maurizio.
Ho cercato di unire la semplicità dei sentimenti all'immediatezza dei concetti

il 08/06/2004 alle 09:47

sfogo molto bello nell'anelito sacro di una ricerca.
Trovo originalissima questa frase: Ti invoco,
con ali di farfalla dietro la nuca
supino su di un letto di angosce
Ciao
Cassandra

il 09/06/2004 alle 13:13

Grazie Cassandra; mi ha fatto veramente piacere il tuo commento.
Ciao
Claudio

il 09/06/2004 alle 14:30