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Pubblicata il 01/06/2004
Camminavo oggi, in una via del mondo, tra mille storie vidi, un moccioso biondo.

Curioso lo osservai, buffo il bimbo riccioluto.

Si nascondeva tra mille fiori e con sorrisi strani, per me, facea dispetti a tutti noi umani.

Quante commedie, sorrisi e farse ho visto recitar, assieme a lacrime e scenate era la realtà era la vita.

Osservai il ruolo strano del monello, far disperare chi meschino veniva sbeffeggiato dal destino tramite la mano di un biricchino.

Così, a piacer senza ritegno, il mascalzone faceva tirasegno.

Guardai a lungo le strane azioni, capii che il fato armava l'arco, ma lo strale colpiva chi all'amor volea pensare.

Pieno di me intervenni con fiero ardore per far finir quel gioco strano.

Presi un braccio al piccolo villano e guardando ciò che usava quasi urlando la mia voce disse
"<< Piccolo monello ma come fai a non capire che le frecce che lanci possono colpire persone ignare, fare del male, costringerle ad amare?>>

<>.

Il piccolo sbiancò, Cupido era il suo nome mi disse il piccolo arciere e lanciare le frecce a caso era un piacere.

Con la freccia colpiva il petto,all'altezza del teschino dove c'è il cuor per far sorgere l'amor.

Poi commosso confessò che l'amor che nasce per lui è sempre un dono e non un colpo strano di un mago indegno.

Capìì la sua ragione lo lasciai andare e dissi ma almeno fai che le frecce colpiscano chi è capace ancor di amare.

Mi voltai contento, pensai di aver con me il vento,
ma il vile diavoletto mi colpì il cuor con uno strale.
Capii ubito di esser messo male.

Passò accanto a me un volto bello capii di dover sofrire per colpa di un monello.


Piccola scrittura ...nata in una sera dove la voglia di scherzare e credere all'amore è davvero insuperabile...


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