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Pubblicata il 31/01/2002
Ore nuove
e le più vecchie
stanno in rada
e si consumano
lì i bastimenti son carchi
d'ombre mediterranee
mentre sull'acqua
che sorrade la costa
e tace
tre sogni,
a notte prigionieri
nelle carceri dei venti,
sono
ignoti.
Tu li guardi indifferente
dai tuoi torrioni desueti
ed odi
piaghe e termiti
che li corrodono
come i vapori,
negli otri della notte
sul grembo,
porto logorato
dai venti di salsedine,
della regina del sonno,
scerpano
la tua multiturrita
dimora.
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Bella poesia in cui secondo me c'è una piccola perla che avrebbe potuto avere la dignità di poesia (molto sintetica) autonoma:
"Ore nuove
e le più vecchie
stanno in rada
e si consumano "
Come matrice però mi sembra appartenere non al tuo ultimo filone, o sbaglio?
Axel

il 31/01/2002 alle 14:01

Bravo Axel, nessuno delle poesie pubblicate oggi appartiene al mio "ultimo filone" che, così mi pare d'aver capito, è quello che riesci ad apprezzare maggiormente, grazie anche ad una minore oscurità delle immagini e della composizione. Io stesso mi rendo conto che questa poesia è, in effetti, un pò difficile da leggere soprattutto per il proliferare delle parentetiche (vedi tutta la seconda metà del componimento) e per una certa forse "eccessiva circolarità" delle immagini. Es. sorradere, corrodere, scerpare...Torrioni, multiturrita etc...
Comunque presto pubblicherò qualcosa di recente, ho già in mente alcuni soggetti molto interessanti.

Ciao
Antonio.

il 31/01/2002 alle 15:25