nella stanza numero 11
l'armonia ha gli occhi del folle
che lega i polsi rossi del frastuono,
l'inutile andirivieni
del mondo che si dissolve
in canzonette da piano-bar
in locali polverosi d'umanità nascosta
nella stanza numero 11
i ragazzini corrono nudi un sorriso innocente
saltellando in gore d'acquamorta
con i piedi sporchi di fango
nell'universo che riverdica
incessantemente
il suo silenzio,
le sue radici nere d'ombra
nella stanza numero 11
la solitudine sorseggia ricordi
invitandomi a bere
e mi riempie il bicchiere fino all'orlo
e ammicca
e mi guarda come si guardano i corvi al tramonto
- meravigliosi!
nella stanza numero 11
ride l'amore scoprendosi acrobata d'illusioni
e scappa nel deserto delle anime di fuoco
dove il fango è oro
e la morte il brindisi finale
d'una cavalcata aldilà del tempo
in sella al drago che ingoia lune di carta
e parole secche di verità
nella stanza numero 11
si prepara un nuovo dio, l'ultimo,
e si specchia
e prova le maschere più belle
e rilegge gli appunti
e riavvia il vhs
e riascolta, in silenzio,
le parole di un dio quasi-riuscito e perfetto,
forse troppo perfetto,
e scuote il capo e quasi non si commuove
osservandone la fine
in tv
divorato dalla menzogna