"Papaveri e tarassachi"
quando si ama non ci si lascia soli
nemmeno quando lo si vuole e facciamo di tutto
per essere lasciati soli o al buio, come me.
è assurdo, ma provo la dolce pena
di sapere che mi hai cercato
con la affilata certezza che io,
quello che di me sai e hai imparato io sia,
fossi da tutt'altra parte, questo mi sconforta
ma anche mi da quel sottile piacere
come un’unghia mangiata a pelle
possono accadere cose e giorni e notti di divani
e noi cedere al nostro brutale tran tran,
possono accadere tante cose,
ma quel sottile impercettibile legame
che fa di noi due persone di più e di meno che sole,
di innamorati di illusi sognatori, non si sbroglia
inesorabilmente ci tiene appesi alla stampella del presente
sempre e comunque nell’armadio dei pensieri e della mente
sei nel mio sentire e pensare e nel mio graffiarmi i giorni
insieme a ciò che amo e che detesto che mi fa sopravvivere e tormenta
al di sopra o al di fuori, non so bene
come una nuova condizione, non so bene
come e dove appoggiare questo pensiero,
il pensiero di te, che mi cerchi come io pure
nel mio buio nominato, ti racconto e ti parlo
continuo a ritorcere ed ad aggrovigliare quel filo
con la paura inesorabile che si spezzi
e la sensazione come la certezza come il mio nome
che tutto può accadere e tumultare e confondere e incarnirsi
non ti lascerò senza di me e non mi lascerai senza di te,
nel pensiero di parole raccolte con papaveri e tarassachi
appesi ad seccare per resistere al tempo, al buio, per noi