Stingono,
le anime indossate,
in rivoli nebbiosi
di sensi rottamati,
che travolgono ninfee
di conquiste smarrite,
precipitando a valle
dei miei centri scardinati,
come rocce di ghiaccio e lava.
Sfumano,
visioni e partiture,
personaggi interpretati
e ruoli recitati invano,
fra le quinte d'ombra
in apparenza di luce,
contraffatta e ingannatrice
di labbra di corallo
e sacro calice da cercare.
Svaniscono,
illazioni, sogni e delusioni,
si fermano i giochi
dal nome grandioso
che riempie la mente
e la bocca che del troppo
soffoca in balbuzie,
cadono finalmente i veli
e Veritá m'appare,
dolcemente nuda.