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Utente eliminato
Pubblicata il 18/05/2004
Il nostro amore,
come un lampione che si scottava
al sole,
poi di sera si accendeva
a rischiarar madame selene,
la luna.
Perche' tu eri per me
la stella del viadante,
stella polare per chi
si e' perso tra le onde
in mare aperto.
Una fune a cui aggrapparmi,
e sotto il precipizio.
Una brocca d'acqua tersa,
in un deserto.
Una mano amica
per condurmi,
sull'impervia strada della vita.
Ma ora che da tempo mi son perso
in questo tartaro senza ritorno,
e il demonio piu' gentile pare
colui che mi soffia sulle spalle,
vapor bollente e sangue,
io ti rimembro fortemente.
Bene avrei fatto ad'averti veramente!
Invece fui poeta ed' elucubrai
inutilmente.
E a furia di sognare.....
l'amore per l'amore
che niente chiede senza dare,
ti amai di un amor platonico
il piu' puro:
che niente ottiene
veramente!
Ma il rimpianto non serve,
si lo so mephisto: ho sbagliato
e chiedo venia umilmente,
e se cosi' ti pare,
eccoti le terghe!!

Okkam
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Ciao grande Lamberto! Una poesia particolare, piena di mea culpa difficili da capire a pieno, e che nascondono amarezza. Poi si va su un dialogo difficile come l'amor platonico e altro ancora. Forse non ho capito un tubo,ma a me è piaciuta....anche il finale ironico.
Ciao
Cesare

il 18/05/2004 alle 19:18

ciao ,bello ritrovarti,rileggerti ancora
e poi ancora commentarti,
un baciotto
DINA
ricordati di me!!!

il 18/05/2004 alle 21:52