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Pubblicata il 14/05/2004
Caro (?) Tobia

Già il nome scelto per te fu singolare
il più pingue di una cucciolata di sette
pedegree blasonato e garrese misurato
stop accentuato e spalle regolari su petto largo,
una bella razza, quella dei rotoli di carta ovattata
da piccolo dividevi con noi corridoi pantofole e letto
poi, chissà non ricordo come ti ritrovasti cuccia e ciotola
cane da giardino e da abbaio notturno immotivato.
Ne sono passati di anni quasi estinto il mutuo del prato inglese
moltiplicati per sette ormai sei più vecchio di me
e lo vedo, non tutte le mattine sei felice di vedermi
e non mi meravigli, nemmeno io lo sono sempre
non sempre mi aspetti, aurore le nostre
di balzi e mugolii e pensIeri e luci e versi
scritti mentre annusi e raspi e miei monti lontani e saputi
fanno contorno ai bisogni fisiologici tuoi di minzione
e miei si assoluto e di capire e sapere e chiedermi sempre domande
e mai ad una mi hai risposto ma poche a dire il vero te ne ho fatte,
ma di quelle senza risposta.
Adesso ti vedo camminare per traverso
lo avevano detto che con l'età e con il peso retaggio di razza e stazza
le anche avrebbero cigolato fino a cedere, ma da piccino tutto pareva lontano
adesso quando è freddo ti vedo che non hai poca voglia anche di alzare la gamba.
Sorrido quando penso che anche da cicisbeo e da maitre ti feci
quando li vicino arrivò una giovine pulzella della tua stessa razza
al primo calore le tue narici la avvertirono e tu già adulto non sapevi
come ma ti trovasti arrapato e scapitante come un puledro
certo non capivi il perchè ed il percome, ma l'aria portava ormoni di femmina
e l'istinto ti portava su e giù dalla rete a cercare quello che non sapevi di desiderare
ed a scostare il cancello col muso ed a cercare quella coda da annusare
e quelle natiche sconosciute ed adorabili, chissà perché, da possedere.
Quelle fu la tua sola occasione di sesso in tutti gli anni moltiplicati
che hai scodinzolato, non ne sono passate più di graziose ragazze
con la coda alta ed effluvi irresistibili, ma ti vedo ancora la mattina
alzare il collo e tendere le narici umide a cercare richiami da seguire
ti vedo leccare la terra dove certo femmine sconosciute hanno posato zampe
urina odorosa e promettente e lo sO che in quel momento se anche ti chiamo
o ti tiro la coda sino a che non hai posseduto quell'odore col naso e col istinto
da li non ti sposti, poi alzi la gamba e annoiato mi segui
lo so che se parlassi mi manderesti a fanculo ma mica posso sempre starti a guardare sognare cagnette e galoppate su prati e su dorsi pelosi..
Da qualche tempo quando rientriamo dopo la passeggiata di ogni mattina
pioggia o vento o neve o tristezza da spazzare ogni sogno della notte,
a quella svolta quella che facesti verso il desiderio sconosciuto
a quella svolta esiti e non verso casa ma verso quel cancello
del tuo unico amplesso condiviso, ti dirigi
ed io a volte ti lascio fare qualche metro e sto fermo a guardarti
ti pendo in giro dentro di me ma non una parola ti dico di lei
se non dai che è tardi e la tua ciotola ti aspetta, che diamine, non ho tempo da perdere io...
mica sto tutto il giorno a fare un tubo come te ed a sognare
quell'unico spiraglio di emozione passata e smarrita nella mente
di cui anche il ricordo diventa riverbero e nostalgia scordata e potente.

***************
a Toby, mio e suo malgrado, il mio cane.

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E' bellissima......
Grazie

il 14/05/2004 alle 13:56

fai un bacio sul naso a Toby da parte mia in un momento che non lo disturbi, e un ringhio da Ugo il mio maniaco sessuale travestito da cane, lui lecca religiosamente tutti i marciapiedi della città che sono imbevuti dei suoi adorati ormoni, beh povero si ingozza solo di quelli da ormai 4 anni.:-)
a te le stelle.
fulmoon

il 14/05/2004 alle 14:52

Grazie a te che hai trovato pazienza e voglia di leggere di Tobia!
Sergio

il 17/05/2004 alle 08:50

Sai Pippi, tutto è nato dalla lettura di una dedica che ho letto in calce alla tesi di mia nipote, in cui ringraziava la sua Penny una yorkshire perennemente incazzata e desiderosa di coccole, vissuta oltre 12 anni, la ringraziava per averle fatto compagnia negli anni e nelle notti di studio...
quelle parole mi hanno fatto vibrare delle corde sonosciute, io non ho tesi da scrivere ma albe da raccontare e condividere col mio ciccio di un cane si.
Ciao
Sergio

il 17/05/2004 alle 08:56

Tanto per stare in tema stamane quel figlio di un cane non ne voleva sapere di "sbrigarsi", e lo sa che quando fa così io mi arrabbio ma penso che siamo queste le sue botte di vita, le poche trasgressioni che riesce concedesi...
Zordoz

il 17/05/2004 alle 09:02