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Pubblicata il 12/05/2004
Quasi all'alba
Fuggono piccole ali
prima nel sonno rinchiuse;
Tempesta di riflessi,
un caos di lacrime in polvere,
sopra i vetri tremolanti
delle vecchie case macilente.

Ma fuggono,
quasi all'alba fuggono,
piccole creature alate.

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Gran brutta cosa gli incubi.
una buona lirica.
un caro abbraccio
Er

il 12/05/2004 alle 19:40

Che gli incubi sia una cosa spiacevole è chiaro. Indendiamoci: essi, come tu m'insegni, altro non sono che messaggi dal profondo, lettere criptate provenienti dall'anima. E', peraltro, vero che per reggere alle emanazioni del sub-conscio occore una salda e forte cavalcatura.
Preciso, inoltre, che la lirica non è stata concepita quale reportage di un incubo ma, bensì, quale scampolo/scheggia della festa del patrono del paese.

Un caro abbraccio a toi

Francesco

il 12/05/2004 alle 19:58

Ti ringrazio.
M'inquieta, invero, l'appellarci ( me e F.) compagni di merende: Pacciani, Lotti e Vinci lo erano!
Quando interveniamo su questa terra le nostre azioni, nel caso di specie dimostrazioni di giubilo, non mancano, quasi mai, di toccare qualcun'altro. Ciò, ne converrai, è ovvio, ma quella rondine che volava ubriaca per sfuggire ai fuochi d'artificio mi ha davvero colpito. Si sa, grande è la forza dell'ovvio.

Un grande saluto

Francesco

il 13/05/2004 alle 14:12