Gran brutta cosa gli incubi.
una buona lirica.
un caro abbraccio
Er
Che gli incubi sia una cosa spiacevole è chiaro. Indendiamoci: essi, come tu m'insegni, altro non sono che messaggi dal profondo, lettere criptate provenienti dall'anima. E', peraltro, vero che per reggere alle emanazioni del sub-conscio occore una salda e forte cavalcatura.
Preciso, inoltre, che la lirica non è stata concepita quale reportage di un incubo ma, bensì, quale scampolo/scheggia della festa del patrono del paese.
Un caro abbraccio a toi
Francesco
Ti ringrazio.
M'inquieta, invero, l'appellarci ( me e F.) compagni di merende: Pacciani, Lotti e Vinci lo erano!
Quando interveniamo su questa terra le nostre azioni, nel caso di specie dimostrazioni di giubilo, non mancano, quasi mai, di toccare qualcun'altro. Ciò, ne converrai, è ovvio, ma quella rondine che volava ubriaca per sfuggire ai fuochi d'artificio mi ha davvero colpito. Si sa, grande è la forza dell'ovvio.
Un grande saluto
Francesco