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Pubblicata il 29/01/2002
Un suono
di campane si contorce
nell'aria fumida, prodiera.
Incerta balugina la luna,
trascolora l'onda
vespertina infranta
sulla scogliera.
Lo schianto
mi sommuove un grido
non rischiara la ventura sera
e il dubbio è fitto.

Sul legno tarlato della finestra
Un'ombra si dissolve,
si ricompone un volto
di un'assopita memoria.
Attendo
il silenzio
che incrini il fil di lama,
il segno tumultuoso
che l'orizzonte cupo squarci
in universo
il volo strepitoso di un uccello
e parlo
all'impiccato sordo.
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E' una di quelle poesie che mi suscitano sentimenti discordanti, da un lato non m'appartiene più, dall'altro non riesco ancora a rifiutarla. Comunque non è poi tutto negativo...C'è sempre l'attesa, e con essa la speranza, di una positività improvvisa (vedi il segno tumultuoso e il volo strepitoso dell'uccello)

Ciao e grazie
Antonio

il 29/01/2002 alle 20:23

Il suono è quello fascinoso delle allitterazioni, delle pause,delle immagini cariche di significato e bellezza (a volte anche tetra, ma bellezza). Forma e contenuto, padronanza lessicale e scioltezza. Non ti smentisci Antonio. Sei proprio bravo
A presto
Dario

il 30/01/2002 alle 02:00

Grazie Dario, a me questa poesia, comunque, non mi convince del tutto...

Continua così e a presto
Antonio.

il 30/01/2002 alle 11:42