Oggi andiam de la Caldina
a vedere il bel convento
sulla strada faentina
per un gran raccoglimento.
E’ davvero un po’ lontano
in un posto fuori mano
il paesaggio è pittoresco
come tratto da un affresco;
tra due colli erti e ridenti
dobbiam chiedere a più d’uno,
non è facile, accidenti,
di trovar questo raduno:
fin che vedo un cascinale
dall’aspetto niente male
vado a far ricognizione
all’intero padiglione.
Quando al retro sò arrivato
era lì nel suo rifugio:
son rimasto senza fiato
alla vista del segugio
ed a gambe me la batto
inseguito come un matto
da sì grande e tal bestione
che parea quasi un leone.
Fu che per buona ventura
uscì fuori la padrona,
lo richiama, m’assicura
e salvezza mi ridona.
La gentil dolce consorte
s’era spaventata a morte
coi capelli ritti stava,
di paura si tremava,
io invece, sorridente
ebbi le notizie alfine
dalla donna un po’ fremente
pel convento Le Caldine.
Oggi ancora tutt’intero
al buon santo metto un cero
qual mio gran ringraziamento
di guarir dallo spavento.
Poesia edita da Libroitaliano