Fanciulle in girotondo.
La quercia delle fate
(ghirlande appese ai rami)
lussureggiava a maggio
quando da destra mi parlò la luce.
Parlò la luce d’angelo guerriero
voce di spada in ardenti parole
a riempire il silenzio
di un’infanzia stupita.
Chiome recise ed abiti virili
ad immolare grazia sogni e amore
sopra il vessillo l’emblema di Cristo
su scattante destriero.
Clangore d’armi là, sotto le mura
in vapori di sangue
Liberata Orléans spalancava le porte
mani assiepate in furtive carezze
a sfiorarmi il passaggio.
Maggio di breve gloria
In quesiti d’inganno
parlarono altre voci
nei giorni lunghi della mia agonia
mentre dubbi erodevano certezze
e minavano forze.
Ancora maggio. Dall’onta del rogo
(per vessillo la croce, alta sul fuoco)
soltanto la mia voce adesso grida
ad invocare un nome
pietoso di quest’anima smarrita.
Dona Flor